AGRICOLTURA E SMOG: IL VIGNETO PUSTERLA BATTE L’INQUINAMENTO

Il Vigneto Pusterla di Brescia, origine che si perde nei secoli, è il più grande vigneto urbano europeo produttivo, circa 4 ettari, oltre 20 volte l’estensione del celebre, e ben reclamizzato, Clos-Montmartre parigino. Vitato ad Invernenga, vitigno autoctono bresciano a bacca bianca che grazie alla spessa buccia si consumava sino a Natale ed oltre, tornato dopo alterne vicende alla gestione diretta della famiglia Capretti – nella figura di Maria Capretti – proprietà storica, entratane in possesso come dote di matrimonio di Maria Riccardi attorno ai primi del ‘900. Si colloca sul finire del 2011 la sua rinascita, con uno sforzo importante sia da un punto di vista agronomico che finanziario, e oggi se ne vedono i frutti.

Ma qual è la qualità del prodotto sul fronte dell’inquinamento? Tema tutt’altro che peregrino per un fondo che si trova stretto da due strade di grande scorrimento urbano e che già sta facendo discutere su qualche autorevole forum come quello targato Gambero Rosso. Ai dubbi sollevati da chi si chiede quale contaminazione abbia una vigna che si trova in quella posizione in una città piuttosto inquinata risponde Maria Capretti e il team di agronomi di Agrinntec S.r.l., società di consulenza del settore che ha affrontato il tema. Due gli inquinanti principali del traffico chiamati in causa: il piombo come metallo pesante e il benzene come sostanza volatile. Del primo è dato incontrovertibile la progressiva diminuzione nei carburanti moderni mentre i carotaggi effettuati in diverse zone del vigneto, posto peraltro in posizione sopraelevata rispetto al manto stradale, danno valori al di sotto di ogni soglia nonché sovrapponibili a quelli di qualsiasi vigneto lombardo, senza dimenticare che il breve ciclo vegetativo dell’uva non consente all’eventuale Pb presente di legarsi in alcun modo.Quanto al benzene esposizione a nord dell’impianto e naturale ventilazione (correnti provenienti dal Guglielmo spazzano ogni giorno l’area sovrastante) assicurano buona pulizia dell’atmosfera. La conduzione del vigneto è poi a basso impatto ambientale e, dato davvero interessante, il vigneto emette più ossigeno di quanto ne consumi per l’intera sua gestione, comportandosi di fatto, la vite è coltura arborea, come vero parco o polmone verde nel cuore della città. Cinque arnie, ma diventeranno presto una ventina, sono dimostrazione delle reali condizioni della zona. Finalmente una buona notizia davanti a tanti studi che dipingono Brescia come una città fra le più inquinate d’Italia.

Carlos Mac Adden

Agricoltura e Smog: il vigneto Pusterla batte l’inquinamento – Corriere della Sera – Ed. Brescia

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